L’affare Cage

l'affare cage

L’affare Cage di Greg Iles è un librone. In tutti i sensi. 915 pagine di storia avvincente. Come per altri autori (James Ellroy su tutti) il noir è l’occasione per riscrivere la storia americana. Porzioni di storia, quelle che lasciano il nervo scoperto. Greg Iles ambienta la sua a Natchez, profondo sud (dove lo scrittore vive). Una storia che parte da lontano. Gli anni sessanta, con i delitti del Klu Klux Klan e gli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King sullo sfondo di violenze e odi razziali. E nella riscrittura della storia di quegli anni i buoni non sono poi così buoni. A tutti i livelli.

 
Penn Cage cerca di salvare il padre. Il medico Tom Cage è venerato nella comunità e Penn ha sempre guardato a lui come ad un eroe. Ma compie un viaggio nei segreti della propria famiglia. E come in tutti in viaggi fa scoperte. Scopre che nessuno è mai quello che appare. Nessuno è fino in fondo innocente. Neanche se stessi. Il passato pur sepolto prima o poi torna a chiedere il conto.

 
Ma nulla in questo libro è così banale. La vicenda avanza e poi arretra seguendo il pensiero e le intuizioni di quelli che ne sono coinvolti e cercano di comprenderne una ragione. La vicenda segue la sua corrente come un fiume in piena incontrollabile. I personaggi sono giganti. Nel bene e nel male. Per questo quando fanno del bene è fino alle estreme conseguenze. E il male poi lo esercitano con una crudeltà inimmaginabile.

 
E poi ognuno ha un’arma. Una pistola. Un fucile. O almeno un rasoio. Ed ognuno è disposto ad usarla. E la usa. In fondo gli americani non hanno mai smesso di essere cow-boys. Pionieri. Uomini di frontiera. Con un senso di giustizia elementare. Se uno sbaglia, paga. Punto. E non importa molto chi infligga la pena. Sono così. Le città in Europa venivano fondate intorno alla Chiesa (che spesso preesisteva). In America costruivano il primo edificio e lo destinavano a tribunale. Poi tutto il resto.

 
Infine una nota sui nomi. Una volta Alessandro Baricco nel suo (splendido) Totem disse che i nomi di Dickens erano bellissimi. Allora pensai che anche i nomi fanno parte della architettura di una storia. Come si pronunciano. Il suono. La lunghezza o brevità. A cosa alludono. Ecco, i nomi di Iles sono fantastici. Due su tutti: Penn Cage e Brody Royal. Condensati (sonori) di personalità.

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