Lo sciamano di famiglia

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Questo è un libro strano. Non c’è una vera e propria trama. Il sottotitolo è: omeopatia pornografia, regia in 77 disegni di Fellini. I nessi tra le parti sono molto labili. Quasi inesistenti. Ma sono fortissimi nella testa dell’autore. Questo mi attrae e mi corrisponde molto. Parole immagini dettagli si compongono in una trama che ha la sua coerenza soltanto nella mitologia di chi sta dispiegando la trama stessa. Ma il lettore [anche chi ascolta il racconto di un amico] pur non potendone condividere la ferrea sequenza resta affascinato dai punti di uno strano e multiforme grafo. Perché si riconosce e fa i conti con il sovrapporsi continuo delle proprie immagini, nascono una dall’altra quasi inevitabilmente, si accavallano e si intersecano. Capita a tutti. Così emerge un intreccio promettente. La grafica della copertina ne è la prova: il sottotitolo si intreccia con il titolo e non sei più sicuro di distinguerli. E come sempre accade lasciare il corso principale per seguire i rivoli della corrente ti fa fare il vero viaggio.

 

L’autore è Valerio Magrelli. È uno dei massimi poeti italiani. Nel libro ci sono anche le sue poesie, quelle che nascono ogni volta che la narrazione devia dal corso. Anni fa l’ho conosciuto nella sua casa romana, tra librerie fino al soffitto e i profumi del quartiere. Abbiamo parlato di poesia e di città. Anche di architettura, la conoscenza di Anselmi e il padre ingegnere con il suo amore per Borromini gli davano un punto di vista [i disegni di Giacinto Magrelli sono la prefazione a Geologia di un padre]. Mi ricordo un concetto, diceva più o meno che la poesia consente di abitare il mondo moderno come se fosse un flusso di trasformazioni. Forse, io credo, abitare il mondo poeticamente è l’unica possibilità. E l’idea del flusso da percorrere è il cuore di questo libro.

 

Infine i disegni di Fellini. Strepitosi. Un caleidoscopio di figure [soprattutto] femminili abnormi, grottesche, cariche di ironia. Di volti di attori con i trucchi e le deformazioni del sogno. Di paesaggi che vengono dallo stesso sogno. E una nota: “Il mondo dei fumetti potrà prestare generosamente al cinema le sue scenografie, i suoi personaggi, le sue storie, ma non la sua suggestione più segreta, ineffabile, che è quella della fissità, l’immobilità delle farfalle trafitte da uno spillone”.

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