tutti i racconti di hanif kureishi

 

tutti i racconti

Non avevo mai letto niente di Hanif Kureishi. Neanche Il Budda delle periferie. Quindi ho conosciuto questo meraviglioso scrittore attraverso “TUTTI I RACCONTI”. Che sono molto belli. Ce ne sono di lunghi e di brevissimi. E sono come una continua declinazione di uno stesso tema: i rapporti. Tra uomini e donne. E anche tra padri e figli. Ma c’è sempre sullo sfondo il rapporto tra i genitori. Quindi si torna inevitabilmente alla coppia. Che è sempre in crisi. Consapevole o no rappresenta tutto il campionario delle miserie umane. Di una sconcertante pochezza interiore. E tu stai attento a cercare di NON immedesimarti. A cercare tutti i dettagli che ti portano lontano dalla tipologia descritta. Questo fai ed è una speranza. No, quello non sono io, questo ti ripeti mentre leggi e soffri.

 
Alcuni racconti in particolare. Quattro sedie blu, dove niente accade e in questo niente c’è l’abisso. O L’ombrello. Come si vede i titoli rimandano a degli oggetti. Inanimati. Eppure attraverso essi (una posizione, un no pronunciato a farne uso e cose così) si disvela il conflitto latente. La violenza dell’inespresso. Il decadimento dei sentimenti. Un po’ Carver, direi. E poi altri Mio figlio fanatico e Matrimoni e Decapitazioni dove la violenza e il fanatismo islamico è visto da un latro punto di vista. Profetici e controversi sono racconti che lasciano il segno. Infine altri grotteschi (Il pene, una specie di moderno Gogol) o personalissimi (i rapporti dello scrittore con il padre e al madre)

 
Kureishi dice che un racconto ben riuscito è uno schiaffo. Non c’è mai bisogno di svelare troppo per tirare un pugno nello stomaco del lettore.

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