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Ho letto Open. Un grande successo. D’Orrico lo ha eletto a pagella delle pagelle in occasione del n°200 di La Lettura. Tutto per non farmi leggere il libro. Anche se Agassi me lo ricordavo piuttosto perdente ma con un guizzo nella vecchiaia. Poi ho scoperto che dietro la scrittura c’è J.R. Moheringer (“In pieno giorno”, ne ho parlato qui). Allora l’ho letto. E ho scoperto altre due cose. Che è un libro meraviglioso. E che Agassi è un gran bel tipo.

 
È tante storie questa storia. C’è un padre padrone che costringe il giovane Andre a diventare tennista. Un uomo violento ma determinato. C’è un ragazzino che si scopre campione e odia quello che fa. Ed è uno che ha un grande talento ma perde più spesso di quanto vinca. Soprattutto nei momenti cruciali. Una questione di testa. È uno che cade spesso. Ma, e questo è il punto, trova sempre e malgrado tutto la forza di ripartire. E alla fine entra nella leggenda. È la storia poi di un essere umano, diresti anche fragile, che cerca disperatamente se stesso. E ogni trasgressione della sua esistenza, dalle unghie smaltate ai calzoncini di jeans al ciuffo da mohicano e poi al parrucchino che nasconde la caduta dei capelli, è un rifiuto dell’immagine che gli vogliono appiccicare addosso. Solo che oltre quell’immagine, c’è il baratro perché non sa chi è veramente. E urla che non vuole altro dalla vita se non conoscere se stesso. Fin qui è la storia di tanti di noi. Ci possiamo riconoscere a pezzetti. Nel bene e nel male.

 
Poi è la storia di un uomo generoso. È questa può essere la storia delle nostre aspirazioni. Uno che fonda una scuola di avanguardia e ne fa la ragione della propria esistenza. Uno che aiuta gli altri. Con intelligenza. Ci sono pagine in cui con l’architettura della scuola emerge l’idea che fosse l’edificio stesso ad insegnare e a raccontare storie.

 
È anche storia di amore e di amicizia. Di lealtà e di dedizione. Amore per la donna della sua vita, Steffi Graf, e va bene. Ma l’amicizia. Amicizia, con la A maiuscola, per i suoi coach e il gigantesco preparatore Gil. E anche, nella pagina dei ringraziamenti, bella come il libro, per Moheringer che scrive con lui e gli cede la copertina. Quindi, è storia di sentimento. E anche questo PUO’ appartenere a ognuno di noi.

 
Infine chiunque l’abbia scritto, scrive da Dio

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Un commento

  1. Non ho letto questo post e non posso leggere questo post, perché “Open” è un libro che mi è stato regalato e devo assolutamente leggere…magari ne riparliamo tra un po.

    Ciao Davide,

    pierluca.

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